La Nuova Zelanda a piedi - Te Araroa, Isola del Sud

Come percorrere un sentiero lungo 1300 km - diario, attrezzatura e consigli di Teo Agostini
" Camminare per giorni nella natura è un’esperienza intensa, ma percorrere un lungo cammino come il Te Araroa nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda è qualcosa di completamente diverso.
Non si tratta solo di una sfida fisica, ma soprattutto mentale. Dopo qualche settimana sulla strada, la realtà quotidiana a cui siamo abituati svanisce e lascia spazio a un mondo parallelo, dove le priorità cambiano: la domanda più importante diventa "Dove monterò la tenda stasera?" o “Pioverà domani?"
Ho fatto pause, preso giorni di riposo – i cosiddetti "zero days" – e lasciato che il cammino dettasse il ritmo. Ogni giorno era scandito dai chilometri e da piccoli rituali: sveglia alle sette del mattino, colazione veloce e via, con i primi passi sul sentiero intorno alle otto. Dopo un paio d’ore, una breve sosta per uno snack, poi avanti fino a mezzogiorno per la pausa pranzo. Il pomeriggio era un alternarsi di cammino e brevi pause fino a raggiungere il luogo scelto per passare la notte, solitamente tra le quattro e mezza e le sei. Se c’era un ruscello, mi lavavo e poi cena (il mio momento preferito della giornata). Nel mentre facevo delle chiacchiere con altri hiker con cui condividevo i bivacchi o, nel caso fossi in tenda, con i compagni di viaggio del momento. Infine, a letto presto, verso le nove e mezza, pronto a ricominciare il giorno dopo.
Ho incontrato tante persone lungo il cammino: escursionisti che facevano trekking di pochi giorni, cacciatori locali, e altri hiker che, come me, percorrevano il Te Araroa. Ogni incontro era uno scambio diverso, un’esperienza nuova caratterizzata da storie diverse da quelle sentite prima.
Se c’è una cosa che ho imparato, è che il viaggio non si misura in chilometri, ma nella capacità di adattarsi. Il consiglio che darei a chi vuole affrontare un cammino simile è di non avere fretta, di ascoltare il proprio corpo e di non fissarsi troppo sul peso dello zaino. A volte, portarsi dietro un piccolo extra – qualcosa che rende il viaggio più piacevole – vale più di qualche grammo in meno sulle spalle.
Il Te Araroa è stato un’esperienza così intensa che, alla fine del cammino, non ero pronto a lasciare la Nuova Zelanda. Ho deciso di rimanere ancora un po’, lavorando prima nella raccolta dei kiwi e poi, dall’altra parte del Paese, piantando alberi per tre mesi. Il trail mi ha insegnato a vivere con meno, a trovare bellezza nella semplicità e a non avere paura dell’incertezza. Dopo due mesi di cammino, la strada non si ferma: continua dentro di me."
Il cammino in numeri
- Lunghezza: 1.300 km nell’Isola del Sud
- Durata: 2 mesi + 1 settimana
- Partenza: fine gennaio 2024
- KM giornalieri in media: 20–30 km
- Clima: giornate di sole fino a 20–25 °C nelle valli, piogge frequenti e improvvise, vento forte sui passi, notti fredde in quota spesso vicine allo 0 °C
Routine di viaggio
- Sveglia alle 7
- Partenza alle 8
- Snack a metà mattina
- Pranzo verso mezzogiorno
- Pomeriggio alternarsi di cammino e brevi pause
- Arrivo tra le 16:30 e le 18. Nel tempo di relax pre cena se c'era un ruscello mi lavavo e chiaccheravo con altri hiker o compagni di viaggio
- Cena verso le 19:30
- A letto entro le 21:30
L'attrezzatura
L’attrezzatura è stata scelta con cura. Ho camminato con uno zaino da 48 litri, bastoncini da trekking e un sacco a pelo con temperatura limite intorno agli zero gradi.
Ai piedi, scarpe da trail running invece dei classici scarponi, per avere maggiore leggerezza e agilità. E le calze hanno avuto un ruolo fondamentale.
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Trail running 2255- l’azienda mi ha fatto testare queste calze prima del lancio sul mercato che avverrà in primavera 2026
Se la tappa prevedeva grandi dislivelli indossavo le nuove calze da trail running 2255. Le qualità che ho potuto riscontrare sono la grande aderenza che mi ha permesso di evitare le vesciche, la resistenza e l’asciugatura rapida. Le imbottiture in punta e tallone mi hanno protetto efficacemente contro i dislivelli. -
Hike Merino Padded 1025 - l’azienda mi ha fatto testare queste calze prima del lancio sul mercato che avverrà in primavera 2026
Per le tappe lunghe ho testato un nuovo prodotto con il quale mi sono trovato molto bene: le calze Hike Merino padded 1025: aderenti, rinforzate e di peso leggero, le sentivo come una seconda pelle, in perfetta sintonia con la scarpa e la necessità di un passo veloce. Devo dire che forse queste, per il tipo di hiker che sono io, sono state le mie preferite.
Regeneration Reactive Forest 6300 Se il meteo prevedeva tempo instabile o salivo di quota e per la notte in tenda indossavo le Regeneration Reactive 6300 Forest, calze molto calde, che oltre a regolare la temperatura, assorbono l’umidità. |
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Reactive Mountain 6000 (cotone GOTS) Durante i giorni di pausa, e di riposo, gli “zero days” ho sempre indossato le calze Regeneration Mountain in cotone organico, così la pelle del piede poteva traspirare al meglio, in questi giorni ne approfittavo per massaggiarmi i piedi con la crema che GM mi ha fornito e che ho trovato decisamente performante. |
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Top Performance Underwear 3521 Altro indumento GM che davvero è stato indispensabile e che indossavo da fine tappa, quando la stanchezza faceva sentire il freddo, al mattino del giorno dopo è la maglia Top Performance underwear, leggera elasticizzata e super calda. Sono stato davvero molto soddisfatto, anche adesso la uso per i miei trekking sopra ad una tshirt o anche a pelle come strato termico. |
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Scaldacollo 6540 in lana merino Lo scaldacollo in 100% lana merino extrafine 6540, mi è servito anche di notte per evitare gli spifferi sul collo e sulla testa, anche lui prodotto top. |
Oltre alle calze e all’intimo tecnico, il resto dello zaino era un mix di leggerezza e protezione: quello che serve per adattarsi a ogni condizione.
- Zaino da 48 L
- Scarpe trail running (La Sportiva Ultra Raptor 2)
- Giacca Gore-Tex, piumino leggero
- Midlayer, t-shirt, shorts
- Cappello, guanti, calzamaglia, pantaloni antipioggia
- Filtro acqua, kit piedi
Alimentazione & idratazione
La dieta non cambiava molto: poche cose ma sempre le stesse che garantivano energia e praticità. Ogni tanto, un piccolo lusso in qualche villaggio.
- Colazione: avena, frutta secca, semi, miele, latte in polvere, proteine
- Durante il giorno: barrette, piadine, frutta secca, integratori da sciogliere nell’acqua
- Cena: noodles o couscous con tonno, olio, funghi disidratati
- Acqua: circa 5–6 litri al giorno ma dipendeva molto dal percorso giornaliero
Ho dovuto spedire dei pacchi con del cibo per delle tappe che non permettevano di accedere a dei supermercati.
FAQ
Come lavavi le calze?
Utilizzando le lavatrici disponibili negli ostelli o quelle a gettoni. 30 gradi con detersivo evitando il più possibile di usare l’asciugatrice.
Quali sono gli altri capi che hai portato e che consiglieresti per questo tipo di esperienza?
Giacca Goretex, piumino 420 grammi, midlayer nr1 light, t-shirt Patagonia, shorts sportivi Nike, cappello per il sole, guanti, calzamaglia e maglia intima GM, pantaloni anti pioggia Goretex.
Consiglieresti le scarpe che hai indossato?
Ho indossato Ultra Raptor 2 La Sportiva per tutto il cammino. Le consiglierei perché sono un giusto mix tra agilità e solidità senza dover virare verso una scarpa alta.
Cosa hai scoperto di cibi locali? Come gestivi il fabbisogno di proteine?
Cibi locali solamente le pie, torte salate con carne/formaggio all’interno. Le mangiavo quando arrivavo alla fine dei 3/4/5 giorni di cammino. Per le proteine era un po' complicato: il tonno ha fornito il grosso dell’intake giornaliero. Ho comprato barrette con un buon contenuto proteico e il beef jerky (carne essiccata) è stata un’altra fonte leggera da trasportare e senza bisogno di frigo.
Come facevi ad orientarti e come ti tenevi in contatto con l’Italia?
Usavo un’app di nome FarOut che fa da GPS con mappa. Quando non c’era segnale usavo il Garmin inReach Mini 2 per segnalare la mia posizione via satellite, altrimenti WhatsApp.
Un grazie speciale a Teo Agostini e Ruggero Arena per questo progetto
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