Outdoor e fauna selvatica

Outdoor e fauna selvatica

Cosa succede quando la passione per la natura e le attività all’aria aperta incontrano le esigenze della fauna selvatica?

 

Quanti di noi sono disposti a vivere la montagna mettendo da parte una visione antropocentrica per sposare una più equilibrata visione biocentrica? Percepirsi come parte integrante dei sistemi naturali è alla base di una corretta gestione delle attività outdoor che stanno prendendo sempre più piede sulle Alpi.
Dallo sci alpinismo alle e-bike, sono sempre di più le persone che scelgono di passare del tempo in natura per godere di quanto più bello i panorami alpini possono offrire.

Partiamo, però, dal presupposto che qualsiasi attività umana, anche se rispettosa e ponderata, produce degli effetti sull'ambiente.
Pensiamo solo al nostro odore che viene percepito per centinaia di metri dalla fauna selvatica, alla nostra voce o anche solo all'effetto dei nostri passi sul suolo. 
Si parla di “disturbo” quando un animale modifica il suo comportamento a causa dell'attività umana. Il disturbo è percepito dagli animali come un pericolo e questo, se protratto nel tempo può avere conseguenze sul suo stato di salute e sulla capacità di riprodursi e accudire la prole.

Pensiamo alla stagione invernale, una stagione molto delicata per la fauna selvatica. Le condizioni meteo possono essere proibitive, il cibo scarseggia e la vita di un animale è tarata sul risparmio energetico. È qui che dobbiamo mettere in atto qualche piccolo accorgimento.

Non avvicinarsi alla fauna selvatica è sempre una buona regola, se siamo sulla neve ancora più valida. Cervi, camosci, caprioli faticano nella neve alta e la nostra presenza può indurli alla fuga con dispendi energetici non previsti.
Nella neve gli animali riposano e trovano riparo: pernici bianche e lepri variabili sono tra gli animali che scavano buche sotto la neve (le trune) per rimanere protette da predatori e intemperie. Sempre bene saperlo prima di affrontare una discesa in neve fresca!
Ma l'inverno non è l'unica stagione in cui gli animali hanno bisogno dei loro spazi e del nostro rispetto. La primavera è periodo di cova, molte specie come il gallo forcello e la pernice bianca nidificano in spazi aperti o tra i pini mughi. Camminare fuori sentiero potrebbe portarci in prossimità di un nido con grande disturbo della covata.

È importante sapere che gli animali, soprattutto se non siamo esperti e del mestiere, non hanno bisogno noi: dargli cibo o avvicinarsi perchè pensiamo siano in difficoltà non li aiuta, anzi, aumenta i loro livelli di stress.


Pensiamo ad esempio alle marmotte: i loro denti, adatti a rosicchiare, sono a crescita continua e se si abituano a mangiare cose molli, come ad esempio i nostri panini, potrebbero crescere troppo compromettendo la loro naturale capacità di alimentarsi o addirittura ferendole.
Impariamo a conoscere l’ambiente che esploriamo e a viverlo nella piena consapevolezza di non essere soli, ma immersi in una natura complessa e meravigliosa che ha bisogno della nostra tutela e del nostro rispetto."

 

L'autrice di questo articolo è Elisabetta Filosi, zoologa presso il Muse di Trento, si occupa inoltre di comunicazione della coesistenza per il progetto Coexistence.life di Pams Foundation.


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