Giovanni Bosio

Giovanni Bosio

Nome: Giovanni Bosio

 

Data di nascita: 03/04/1991

 

Luogo di nascita: Ciriè

 

Numero di piede: 43

 

Calze GM preferite: Calzini Running Ultrafit 2405 in cotone egiziano

 

Professione: studente

 

Hobby: nature photography

 

La gara preferita: la mitica Susa – Rocciamelone 3000D+ in 10Km

 

Libro preferito: Signore degli Anelli di Tolkien

 

Musica preferita: Nomadi, Fabrizio De Andrè, Andrea Marzolla.

 

Cibo preferito: crostata alla marmellata della nonna

 

Il mio motto: “Il miglior riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che se ne ricava, ma ciò che si diventa grazie a essa.”

 

Quale super potere vorrei avere: Non prendermi mai il raffreddore

 

Se fossi un personaggio dei cartoni animati sarei: Oliver Hutton (Holly)

 

Breve biografia

Corridore delle montagne, nato a Ciriè nel nevoso aprile del 1991, da 25 anni il mio cuore è diviso tra due fedeli amanti: le Valli di Lanzo e la Val Sangone. Fin da bambino sport e montagna sono parte di me, ma ci sono voluti anni per trovare nella corsa in montagna la mia vera seconda pelle. Troppo piccolo e tanto tenace, per otto anni ho sfidato me stesso sui campi da basket fino all’eccellenza. Passato all’atletica, ho corso sulla pista per due anni, dando tutto per un risultato che finalmente dipendeva soltanto da me. Ma ero sempre infortunato: le ginocchia, il polpaccio, il quadricipite… ogni volta dovevo ripartire da zero senza riuscire a gareggiare.

Nel 2013, dopo mesi di stop, senza allenamento in salita, ho sfidato per la prima volta le montagne della mia seconda casa, la Val Sangone. Ed è stato amore alla prima fatica. Sono malato di salita, appena ne vedo una ogni fibra del mio essere è tesa per dare tutto di sé, vincere la sfida col percorso diventa più importante di conquistare la vetta.

Da due anni faccio parte dei Des Amis di Giaveno e corro uno sport che sento finalmente fatto per me: non tanto perchè posso puntare a vincere qualche gara, ma perché posso costantemente migliorarmi. Continuo la ricerca di nuove strade, nuove sfide, nuove sensazioni: perché sono convinto che non basterebbero 6 o 7 vite per arrivare a conoscere davvero le montagne che crediamo di conoscere già.